Dopo circa 10 anni la superficie agricola viene ampliata a 17 ettari e vengono introdotte le prime colture industriali, come barbabietola da zucchero e pomodoro da conserva. Ma con il passare del tempo il sempre più massiccio uso di additivi chimici, pesticidi e diserbanti rendevano i terreni aridi e sempre più vicini alla sterilità.
Inoltre i risultati delle analisi effettuate mostravano che le quantità di residui tossici assorbiti dalle colture, in particolare dalla verdura, erano maggiori di anno in anno, e questo portava inesorabilmente alla perdita della qualità, della genuinità e del valore nutrizionale dei prodotti.
Dal 1990 la produzione agricola viene improntata al biologico. Un’agricoltura totalmente diversa da quella adottata finora. Un’agricoltura che mira prima di tutto alla salvaguardia ambientale e al rispetto degli equilibri naturali, riducendo ai minimi termini il carico inquinante apportato dall’introduzione sempre più massiccia di sostanze chimiche.
L’agricoltura biologica ci ha permesso di crescere sia nella qualità sia nella produzione, migliorando inoltre, le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche dei nostri prodotti, ma soprattutto valorizzando il benessere fisico dell’uomo.